Danilo Rea, nato a Vicenza, è romano, ma non di adozione. E’ la sua storia in musica a nascere a Roma, dove l’incanto per i vecchi vinili di Modugno è più forte di qualsiasi divertimento. E la passione diventa studio al Conservatorio di Santa Cecilia, dove si diploma in pianoforte e dove attualmente insegna nella cattedra di jazz.
Studi classici, rock e pop influenzano la sua formazione e convergono attraverso il jazz, la sua vera passione, in uno stile inconfondibile e unico composto di due ingredienti fondamentali: melodia e improvvisazione. Esordisce con lo storico Trio di Roma con Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto; accompagna come pianista i più importanti cantautori italiani: Mina, Gino Paoli, Claudio Baglioni, Pino Daniele, Domenico Modugno, Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Renato Zero, Gianni Morandi e Adriano Celentano. Il suo talento lo porta ad affermarsi anche sulla scena internazionale e a suonare al fianco dei più grandi nomi del jazz come Chet Baker, Lee Konitz, Steve Grossman, Bob Berg, Phil Woods, Michael Brecker, Tony Oxley, Joe Lovano, Gato Barbieri, Aldo Romano, Brad Mehldau, Danilo Pérez, Michel Camilo, Luis Bacalov.
Nel 1997, con Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra, fonda “Doctor 3” il trio che per tre anni riceve il premio della critica come miglior gruppo jazz. A partire dal 2000 Danilo Rea trova nella dimensione in piano solo il momento ideale per dare forma al proprio universo espressivo e al suo talento naturale per l’improvvisazione.
Il suo primo lavoro da solista è “Lost in Europe” (2000); nel 2003 pubblica “Lirico”. L’intenso rapporto con la musica classica lo porta ad aprire il Festival di musica lirica internazionale “Festival del bel canto” con il concerto “Belcanto Improvisations”. Seguono “Solo” (2006) e “Introverso” (2008), album in cui Rea si cimenta con composizioni inedite di piano solo, fino ad arrivare al pluripremiato “A Tribute to Fabrizio de André”, inciso per l’etichetta tedesca ACT nel 2010.
Primo jazzista ad avere un concerto di piano solo alla sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica (nel 2003), nel 2006 è protagonista di un concerto al Guggenheim Museum di New York. Successivamente rende omaggio a Peggy Guggenheim con “Concerto per Peggy”, in occasione del 60° anniversario della Collezione Peggy Guggenheim a Venezia. Nel 2009 si esibisce al Teatro la Fenice di Venezia e chiude la 68° stagione della Camerata Musicale Barese con un concerto al Teatro Petruzzelli. Tra le sue collaborazioni più recenti, i lavori con Gino Paoli: già compagni di avventura nel progetto “Un incontro in Jazz”, il sodalizio artistico prosegue con l’album e il progetto live “Due come noi che…” (2012) e “Napoli con Amore” (2013). Nel 2014 Danilo firma le musiche per il film “Quando c’era Berlinguer” e nel 2015 quelle per “I bambini sanno”, entrambi per la regia di Walter Veltroni; nell’estate dello stesso anno viene presentato in anteprima mondiale a Umbria Jazz “…IN BACH?”, il progetto live a quattro mani con Ramin Bahrami, omaggio all’imponente eredità musicale di Johann Sebastian Bach.
Il 16 ottobre 2015 esce “Something in our way” (Warner Music Italy), nuovo disco in piano solo ispirato al repertorio dei Beatles e dei Rolling Stones. Attraverso il tour di Umbria Jazz in Cina 2016, i suoi concerti in piano solo toccano prestigiose venue e teatri nelle città di Pechino, Shangai, Qingdao e Canton. Nel 2016 riceve due importanti riconoscimenti: il Premio Vittorio De Sica per la Musica e il Leone D’Oro. Nel Marzo 2017 l’Accademia di Belle Arti di Frosinone gli conferisce il Diploma Accademico di Secondo Livello Honoris Causa in Nuove Tecnologie dell’Arte per il profondo impegno profuso nel diffondere l’arte della musica.
E’ tra i pochi italiani a essere menzionato nella più accreditata enciclopedia globale del Jazz The Biographical Encyclopedia of Jazz di Leonard Feather e Ira Gitler; da dieci anni contribuisce all’impegno di volontariato dell’Associazione Donatori di Musica, tenendo concerti gratuiti negli ospedali italiani.