Luigi Vicinanza (Castellammare di Stabia, 1956), ha collezionato 40 anni di giornalismo. Attualmente dirige “Il Tirreno”. In precedenza è stato direttore de “L’Espresso” (2014-2016); il settimanale sotto la sua direzione ha pubblicato i Panama Papers sulle società offshore costituite all’estero, inchiesta che è valsa al pool internazionale di giornalismo investigativo Icij (di cui “L’Espresso” fa parte in esclusiva per l’Italia) il Premio Pulitzer 2017. Ha ricoperto inoltre l’incarico di direttore editoriale dei giornali locali del Gruppo Espresso (2010-14); ha diretto il quotidiano abruzzese “il Centro” (2006-2010) e quello salernitano “la Città” (2004-2006). Ha lavorato a “la Repubblica” (all’ufficio centrale di Roma e alla guida della redazione di Napoli) e a “Il Mattino” (vicedirettore). Ma i suoi inizi, a metà degli anni ’70, sono a “l’Unità”; nel giornale dell’allora Pci è rimasto fino alla caduta del Muro di Berlino, novembre 1989.
Secondo il dizionario Treccani (Neologismi, parole nuove dai giornali, ed. 2009, pag. 406), ha coniato il neologismo “mediasettizzato” scrivendolo per la prima volta (2001) in un articolo su “la Repubblica”.
Ha vinto il premio direttore dell’anno (2009) alla guida de “il Centro”, il quotidiano che raccontò la tragedia del terremoto dell’Aquila. Il sito del giornale pubblicò il memoriale delle vittime, monumento virtuale alle 309 persone morte sotto le macerie. Prima di allora una iniziativa simile era stata realizzata nel mondo dell’informazione solo dal “New York Times” per le vittime delle Torri gemelle e da “El Pais” dopo l’attentato alla stazione di Atocha. Con quel progetto editoriale condusse il giornale nella terna dei finalisti a San Francisco degli Online Journalism Awards.
Ha tenuto corsi di giornalismo all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.